Una tipologia di sogno che mi accade spesso di fare: come se fossi spettatore di un film.
La scena: un arrestato, male in arnese, in mezzo a due poliziotti in borghese.
I due poliziotti hanno l'aria bonaria, sono l'efficace rappresentazione di un certo stereotipo di sbirro "de core" all'italiana. Tipo, per intenderci, il brigadiere interpretato da Aldo Fabrizi in "Guardie e Ladri".
L'arrestato ha un abito grigio, camicia bianca, senza cravatta.
Il terzetto è davanti a una porta chiusa. Una banale porta di legno, da ufficio, una porta burocratica.
Nel sogno io so (e lo sa anche l'arrestato) che oltre quella porta c'è la detenzione, l'irreparabile, l'entrata nel meccanismo stritolante della detenzione e del processo.
L'arrestato cerca di ritardare quel passaggio. Dice che vorrebbe almeno avvertire sua moglie. Nel sogno io capisco, in realtà, che vorrebbe convincere i due poliziotti a lasciarlo andare.
Uno dei poliziotti gli dice, cito a memoria, "... tu lo sai, devo fare il mio dovere. Ma non ti preoccupare, ho avvertito tua moglie".
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Aldo Fabrizi e Totò in "Guardie e Ladri" |
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