giovedì 23 dicembre 2010

GRAMSCI ED IO

Un ritratto giovanile di Gramsci
L'altra notte ho sognato di parlare con Antonio Gramsci.
E' un'altra costante dei miei sogni: incontri con personaggi famosi, sia del presente che del passato.
Il ricordo del sogno è vago, ma di sicuro il Gramsci onirico è quello della sua immagine forse più nota: il bellissimo ritratto giovanile che immortala quel volto dai tratti decisi, dalla criniera leonina, dagli occhi insieme dolci e severi dietro gli occhialini.
Stare al cospetto di Gramsci mi intimidisce e, per rompere il ghiaccio, gli parlo con espressioni sarde e gli ripeto anche alcune filastrocche della sua terra che egli amava in modo particolare (lo ricorda Laurana Lajolo nel bellissimo libro "Gramsci, un uomo sconfitto").
Altro di preciso non ricordo, purtroppo. Non mi stupisce di aver sognato Gramsci: è un personaggio che ammiro non solo come immenso pensatore, ma anche per gli aspetti più etici, teneri e delicati del suo carattere.
Quel Gramsci costretto a lavorare fin da bambino (e che piangeva silenzioso di notte), che da giovane fonda un "Club di vita morale", che ama teneramente la sua Julia (e che assiste impotente, dal carcere, al precipitare di lei nel gorgo dei disturbi mentali), che cerca di essere padre anche se lontano e che pensa continuamente ai suoi due figli (il secondo, nato dopo il suo arresto, non lo conobbe mai), che scrive sul frontespizio del primo dei suoi quaderni "Fur Ewig" (per sempre), che viene ricordato nelle piccole cose della sua quotidianità da chi lo conobbe ed ebbe la fortuna di lavorare con lui (le loro testimonianze sono riportate in un volume dal titolo "Gramsci vivo, nel ricordo dei contemporanei").
A Gramsci voglio molto bene (che cosa importa non averlo mai conosciuto?) e il pensiero del suo coraggio e della sua ferrea e insieme dolce determinazione mi hanno spesso sostenuto nei momenti difficili della mia vita. 
Sono contento di averlo incontrato oniricamente.

martedì 21 dicembre 2010

Le GONADI: un simpatico gruppo di rock ipnagogico.

Spesso trovo francamente divertenti le allucinazioni ipnagogiche, ovvero quelle visioni e quei concetti che si formano nella mente nella fase che precede il sonno vero e proprio.
L'altra notte ho "visto" un gruppo rock al femminile, chiamato Le Gonadi. 
Quattro simpatiche ciccione, decisamente oversize, che proponevano un rock davvero energetico.
Per intenderci l'immagine che mi è venuta in mente era molto simile a questa...

mercoledì 15 dicembre 2010

Una contraddizione

Da quando ho aperto questo blog dedicato ai miei sogni è successo un fatto contraddittorio:
NON RICORDO PIU' I MIEI SOGNI.
Per essere esatti non li ricordo più con la nitidezza e l'abbondanza di particolari che mi divertivano tanto. Davvero strano.
Mi restano impressioni, il ricordo di scenari che ricorrono nei miei sogni: le metropolitane, i centri commerciali, i sotterranei della città...
L'altra notte ho sognato di essere condannato a morte: mi preparavo per l'esecuzione con iniezione letale e nel sogno appariva anche mia madre. Ma non ricordo altro.
A ben guardare quando si sogna di essere condannati a morte, ciò non rappresenta altro che la conferma dell'unica certezza esistenziale che abbiamo. Non siamo tutti condannati a morte?

mercoledì 24 novembre 2010

I sogni ai tempi di Facebook

In questo post non parlerò di un mio sogno, ma di un sogno che mi riguarda.
Alcuni giorni fa una mia amica di Facebook mi ha sognato e me lo ha raccontato con un messaggio inviato via social network. 
Il fatto curioso è che questa amica non mi conosce di persona. E' un'amica con cui interagisco spesso (ma meno rispetto a tanti altri contatti), che non vive a Napoli, ma che conosce bene la mia città.
Insomma, siamo arrivati al punto che i social network pervadono così tanto il nostro vissuto da entrare persino nei nostri sogni.
Il sogno della mia amica è stato dettagliatissimo e - ammetto - le ho invidiato la sua capacità di memorizzare con tanta esattezza questa sua esperienza onirica. La mia amica mi ha autorizzato a pubblicare il suo messaggio col racconto del sogno. 
Il messaggio è questo:

Ciao Giovanni,
stanotte ti ho sognato.
Ero a Montesanto, camminavo in uno dei vicoletti e da lontano ti vedevo. Tu indossavi una camicia rossa a fiori bianchi, in stile hawaiano. Ti ho guardato e ho detto: "Toh!!! Il Capozzi".
E tu mi hai sorriso e mi hai risposto: "Finalmente ci conosciamo". Io ero preoccupata di non essere bella, nel sogno non ero truccata e avevo i capelli sporchi e mi giustificavo dicendo che ero uscita a comprare qualcosa e non m'aspettavo d'incontrarti.
Poi ti ho chiesto cosa facevi lì, anche perché dal portone del palazzo, accanto a cui stavamo, è uscito tuo figlio. Così tu mi hai detto che avevi appena comprato una casa di villeggiatura proprio in quel palazzo. Ed io ero incredula e ho esclamato: "A Montesanto???".
E tu annuivi e sembravi entusiasta di tutto quel folclore di bassi, panni stesi e sedie per le strade.
Ad un certo punto è arrivato un tizio che ti ha detto: "Dottò, dove avete parcheggiato???"

Purtroppo mi sono svegliata e non ho potuto sapere dove avevi trovato parcheggio in quel manicomio :-)))

Nella realtà non indosserei mai camicie hawaiane. Tuttavia il fatto stupefacente è che il quartiere Montesanto (una delle zone più popolari di Napoli) è davvero uno di quelli a cui sono più legato.
Quando ero bambino mio nonno mi ci portava talvolta con la metro, mezzo pubblico che mi affascinava tantissimo, tanto che ancora oggi treni e metropolitane sono presenze ricorrenti nei miei sogni.
Da ragazzo Montesanto era uno dei miei territori preferiti per le mie scorribande a caccia di fumetti da collezione (c'era e c'è ancora il "Supermarket del fumetto", i cui gestori non brillano per cordialità).
Di Montesanto mi piace anche molto la stazione della Cumana, con le sue pensiline in ferro che fanno tanto "rivoluzione industriale".
E naturalmente di queste mie frequentazioni del quartiere Montesanto NON avevo mai parlato con la mia amica di Fb. Trovo tutto questo davvero singolare.
post scriptum: ... e singolarissimo è il fatto che negli stessi giorni mia moglie (che NON è presente su Fb) ha sognato alcuni dei miei contatti del social network. Alcuni li conosce di persona, ma altri NO.

lunedì 1 novembre 2010

Un sogno STUPEFACENTE


Ho fatto questo sogno qualche giorno fa.
Sono nella mia vecchia casa di Portici, davanti alla porta di quella stanza che chiamavamo “Il trapezio” (era una stanza con una parete storta e quindi a pianta più o meno trapezoidale ;-) ). In casa ci sono due tossici, dai lineamenti asiatici.
Sono venuti da noi per procurarsi dei narcotici (nel sogno la parola usata era proprio questa “narcotici”).
PAUSA: E’ superfluo dire che la mia famiglia non ha mai commerciato in questo ramo? Si tratta solo di una di quelle stranezze tipiche dei sogni. Tutto chiaro?
Bene, andiamo avanti: ho in mano una scatola con tre fiale di “narcotico”.
E’ una scatola bianca e blù (chi ha detto che si sogna in bianco e nero?).
Sembra quasi una confezione di quegli stupefacenti che si usano nella pratica clinica, per le sperimentazioni.
Faccio per consegnare le fiale ai due e poi di improvviso sono terrorizzato da un pensiero: vendere stupefacenti è un REATO.
Allora – con la tipica incoerenza di certi sogni – decido di offrire gratis le fiale ai due tossici. Non solo: propongo ai due di farsi fare l’iniezione da mia madre (!) 
PAUSA: Mia madre (morta cinque anni fa) ed io sappiamo praticare le iniezioni, ma ovviamente NON le endovena,
Bene, andiamo avanti. Parlando attraverso la famosa porta che da sul “trapezio” dico a mia madre di prepararsi a praticare le iniezioni.
Ma – colpo di scena – sempre con la classica incoerenza dei sogni i due tossici non solo si rifiutano di farsi praticare l’iniezione, ma non accettano nemmeno le fiale che offrivo loro gratuitamente e si allontanano in tutta fretta.
Nel sogno mia madre è presente, ma non si vede mai.
A questo punto mi assale una nuova preoccupazione. “Ora – mi dico – i tossici sanno che in questa casa c’è della roba (e anche di quella buona). Magari lo diranno ai loro amici. Magari tenteranno di rubarla. Magari potranno fare del male alla mia famiglia” … La preoccupazione monta, cresce, mi attanaglia, mi chiedo come fare per allontanare il rischio che i tossici ritornino …
Il pensiero mi tormenta anche quando mi sveglio. 
Si è fatto giorno ed è effettivamente l’ora di alzarsi. 
Ma anche quando sono desto faccio fatica a rendermi conto di aver fatto solo un brutto sogno. 
Quando ne sono finalmente consapevole il sollievo è IMMENSO.

domenica 10 ottobre 2010

Occhio alla roba inutile, un alert onirico




L’altro giorno ricevo da una mia amica un messaggio pieno di ottimismo.
La mia amica mi scrive: 
<<Superata la depressione post vacanza sono ora passata alla fase " liberarsi del vecchio " per risollevare il morale....alè.....grandi manovre tra cantina e discarica. Accogliamo il nuovo inverno con "tutto in ordine">>.
Il “liberarsi del vecchio” (e dell’inutile) come psicoterapia e come tonico dello spirito è un’esperienza che ho vissuto in occasione del mio trasloco, ormai quasi un annetto fa. Carrettate di roba buttata via, accumuli inutili cancellati con decisione. Un'esperienza catartica.
Il messaggio della mia amica, quindi, è molto in sintonia con una mia convinzione profonda.
…eppure.
Eppure la notte successiva sogno che anche nella mia nuova casa si stanno accumulando cose inutili, sogno di incontrare grandi difficoltà nel ficcare gli oggetti più disparati in scaffali, armadi, ripostigli.
Allora mi fermo e mi dico: “Stai attento! Non ripetere nella nuova casa gli errori che hai fatto nella vecchia”.
Che sia un alert del subconscio?

venerdì 1 ottobre 2010

L'arrestato

Oggi, pochi minuti prima di svegliarmi, ho fatto un sogno curioso.
Una tipologia di sogno che mi accade spesso di fare: come se fossi spettatore di un film.
La scena: un arrestato, male in arnese, in mezzo a due poliziotti in borghese.
I due poliziotti hanno l'aria bonaria, sono l'efficace rappresentazione di un certo stereotipo di sbirro "de core" all'italiana. Tipo, per intenderci, il brigadiere interpretato da Aldo Fabrizi in "Guardie e Ladri".
L'arrestato ha un abito grigio, camicia bianca, senza cravatta.
Il terzetto è davanti a una porta chiusa. Una banale porta di legno, da ufficio, una porta burocratica.
Nel sogno io so (e lo sa anche l'arrestato) che oltre quella porta c'è la detenzione, l'irreparabile, l'entrata nel meccanismo stritolante della detenzione e del processo.
L'arrestato cerca di ritardare quel passaggio. Dice che vorrebbe almeno avvertire sua moglie. Nel sogno io capisco, in realtà, che vorrebbe convincere i due poliziotti a lasciarlo andare.
Uno dei poliziotti gli dice, cito a memoria, "... tu lo sai, devo fare il mio dovere. Ma non ti preoccupare, ho avvertito tua moglie".
Aldo Fabrizi e Totò in "Guardie e Ladri"
Il sogno finisce qui. D'istinto parteggio per l'arrestato. Ma poi mi dico "spesso le canaglie sono molto abili nel dissimularsi sotto spoglie di agnellini". Il mio inguaribile scetticismo nei confronti dei miei simili mi insegue anche nei sogni, ovviamente...

martedì 21 settembre 2010

La Germania sconfitta. Ma non tanto.

Qualche giorno fa ho sognato un documentario in bianco e nero. Parlava della sconfitta della Germania nella seconda guerra mondiale.
Ma – a differenza di quanto realmente accaduto – il Terzo Reich era stato sconfitto senza subire grossi danni e stava già preparando la rivincita.
Il documentario mostrava il rimpatrio trionfale dei soldati dai vari fronti e lo sbarco dalle navi di materiale bellico riportato intatto in Germania (tocco di realismo: una grù scaricava sul molo una Volkswagen militare e nell’inquadratura, dal basso, si vedeva il tipico telaio a piattaforma della vettura).
La cosa più inquietante del sogno era la notizia, annunciata dallo speaker con voce trionfale, che Hitler (sopravvissuto - ! -), dopo la sconfitta, si era affrettato a far impiantare una potente stazione radiofonica per chiamare i tedeschi alla riscossa.
In sottofondo musiche marziali.
Alle volte faccio davvero sogni strani…

domenica 22 agosto 2010

Il gatto impazzito e il dirigibile Goodyear. Brevi flash.

Gatto furioso (sembra quasi la pantera Diabolik)
Due flash, ricordi vaghi, di due sogni: uno fatto ieri mattina subito prima del risveglio e un altro fatto ieri pomeriggio (la pènnica, per intenderci).
Del primo sogno ricordo solo un gatto che mi si rivolta contro, aggressivo. E ricordo esattamente che si tratta di un gatto che io avrei salvato, nutrito, coccolato.
Questa rivolta felina mi addolora e mi sconcerta.
Aggiungo che nella vita reale non ho animali domestici e non ne ho mai avuti.
Del secondo sogno ricordo il famoso dirigibile Goodyear che sorvola casa mia (abito effettivamente in una zona dove passano quotidianamente decine e decine di jet di linea).
Ma c'è qualcosa che non va: il dirigibile si muove a insolita velocità, piuttosto che galleggiare lentamente e solennemente. Prendo un binocolo per guardare meglio e intanto noto che si leva in volo un elicottero di soccorso. Allarmato punto il binocolo alla mia destra: il dirigibile non c'è più. Al suo posto una palla di fuoco. Il dirigibile è esploso in volo.
Il dirigibile Goodyear
(anche i disastri aerei sono una costante dei miei sogni)

Guidare senza toccare i pedali - Un sogno ricorrente


Un mio sogno ricorrente è di guidare senza toccare i pedali.
Allungo le gambe verso la pedaliera, ma non ci arrivo.
Stranamente non è una situazione che mi mette angoscia, anzi mi dà una spavalda sicurezza.
La macchina sembra trovi da sola la strada, l'itinerario è veloce e scorrevole, non accade MAI nulla di sgradevole, io mi limito ad azionare il volante in totale tranquillità e lo sterzo mi appare leggerissimo e gradevole, come accade per il migliore dei servosterzo.