giovedì 16 luglio 2015

UN SOGNO DI COSE PIU' CHE DI FATTI - TRA AUTOBUS E UNA FORMULA UNO

Stanotte ho fatto un sogno (o forse due?) che si fa ricordare non tanto per quello che vi accade (credo), quanto per i curiosi oggetti che lo popolano.
Cominciamo. Sono a Napoli, in zona Coroglio, dove sorgeva l'Italsider. In quell'area - nel sogno - è stata realizzata una rimessa per autobus urbani, ma ancora nella livrea di trenta e più anni fa: bicolore verde chiaro/verde scuro.
L'ampio piazzale è diviso in corsie per instradare i singoli autobus, ciascuno dei quali, per entrare in servizio deve passare per una specie di casello.
Il "balconcino" dei vecchi bus di Parigi
E i caselli hanno la stessa forma del "balconcino" posteriore tipico degli autobus francesi fino a una trentina di anni fa. Portano persino le stesse scritte e sono corredati di un orologio digitale del tipo "a cartellini mobili", diffuso nelle stazioni e negli uffici pubblici di qualche decennio addietro.
Da ciascun casello parte una scala che va sottoterra e io chiedo a un addetto dove porti. La risposta è scontata, almeno nel sogno: "ai servizi e alle mense".
Intanto gli autobus si incolonnano passando dai caselli e si avviano all'uscita del parcheggio della rimessa.
All'improvviso irrompe una signora che nel sogno è mia madre, ma mi pare che non le somigli affatto. La signora mi dice che la nostra casa che affaccia sulla rimessa degli autobus è stata occupata e che quindi non potremo disporne.
Io alzo lo sguardo, vedo il fabbricato e la nostra casa, ma non sono preoccupato alla notizia dell'occupazione.
A un tratto, nella colonna di autobus che si accinge a entrare in
Furgoncino Fiat 615
servizio, si infila bruscamente un furgoncino modello Fiat 615 (un tipico camion leggero degli anni Cinquanta, diffusissimo negli anni della mia infanzia e che da piccolo mi piaceva molto), dipinto in verde bicolore come gli autobus: probabilmente un mezzo destinato al soccorso dei mezzi pubblici in panne, mi dico nel sogno.

So che a guidarlo c'è un Rom (quelle inspiegabili consapevolezze tipiche dei sogni) e ne apprezzo l'abilità nella guida decisa e nel sapersi destreggiare col cambio al volante (in effetti il Fiat 615 era dotato di cambio al volante).
Poi, cambio di scena: sono in una sorta di emporio, nella zona di Caserta, con un mio amico (situazione che effettivamente mi capitò, quasi 25 anni addietro). Tra le merci esposte, ci sono anche alcuni automodelli di grande dimensione.
Nella vita reale - come sanno bene i miei amici e le persone che mi vogliono bene - sono in effetti un accanito collezionista di automodelli, che raccolgo da oltre 50 anni.
Ma torniamo al sogno.
Ad attirare la mia attenzione - fra tutti i pezzi esposti - è soprattutto il modello di una Ferrari 156 di Formula Uno, l'auto che nel 1961 vinse il Mondiale con Phil Hill e che è nota fra gli appassionati come "Sharknose" (muso di squalo). 
Risalgo in auto col mio amico e mi accorgo che io quel modellino della Ferrari L'HO RUBATO!
Ferrari 156 Formula Uno "sharknose" (automodello della CMC)

Me ne vergogno un po' e cerco di non far vedere "il corpo del reato", al mio amico.
Lo estraggo, furtivo, dalla sua scatola che prima accartoccio sotto il sedile e poi getto dal finestrino.
Nel sogno sono convinto che il modello, una volta privo della sua scatola, non appaia più come il frutto di un furto e quindi posso ammirarlo per bene e commentarne la qualità con il mio amico.
In effetti nel sogno il modello è dettagliatissimo, molto ben fatto, con organi meccanici e sospensioni funzionanti e un quadro portastrumenti molto realistico.
Dalla scatola viene fuori anche un ricco kit di decalcomanie, per personalizzare il modello.
Il ricordo del sogno svanisce qui. Un sogno di cose, più che di fatti. Ma di "cose" abbastanza insolite e il cui ricordo mi è rimasto impresso, peccato non sappia disegnarle come le ho in memoria, ma devo accontentarmi di immagini, aggiunte a questo post.